BUON ANNO e che il 2022 sia l’anno del risveglio…

Da 2 anni stiamo vivendo tutti, la pandemia che si è sparsa in tutto il mondo (chi in modo più diretto), i motivi sono diversi e contradittori, sicuramente la logica ci insegna che cause ed effetti sono le due facce della stessa medaglia… in questo caso la medaglia riguarda il nostro modo di vivere… che sicuramente è divenuto frenetico senza la consapevolezza di come stiamo trattando l’ambiente e Noi stessi!

Per questo sto pensando di partire con un progetto di “RETE” che riguardi il “mondo” dello ShiiTake in Italia, nell’ottica, dell’Economia Circolare.

Il proposito è di creare nuovi posti di lavoro sia per produzione e la coltivazione che la trasformazione, collegandoli alla vendita diretta; in modo da realizzare da subito reddito e sostentamento per chi vorrà intraprendere questo viaggio, di vita sostenibile nel rispetto dell’ambiente e dell’essere umano.

Al contempo far conoscere lo ShiiTake come fonte di cibo sano, salutare, grazie a tutte le proteine, vitamine e le immense proprietà intrinseche, sia culinarie che curative.

mio pannello fotovoltaico per l’uso delle ventole

IL VIAGGIO INIZIA… CI SI VEDE ALLE PROSSIME TAPPE….

Il modello da esportare iniziale sarà il mio:

  • utilizzo di serre piccole da 100 mq max
    (in modo da partire con produzione appropriata);
  • irrigazione manuale per risparmiare acqua;
  • irrigazione a pioggia solo per emergenza;
  • ventole con nebulizzazione incorporate;
  • rispetto nei tempi di crescita dello ShiiTake;
  • è ammesso solo l’uso dell’acqua
    (anche di acquedotto).

  • per l’uso dell’elettricità solo pannelli fotovoltaici;
  • per il riscaldamento sono consentiti:
  • le compostiere per il riciclo del substrato esausto;
  • in supporto pannello solare.
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PARLIAMO DI SOVRANITÀ ALIMENTARE

Dalla sicurezza alimentare alla sovranità alimentare

La Sovranità alimentare garantisce che i diritti di accesso e gestione delle nostre terre, dei nostri territori, della nostra acqua, delle nostre sementi, del nostro bestiame e della biodiversità, siano in mano a chi produce gli alimenti. La sovranità alimentare implica nuove relazioni sociali libere da oppressioni e disuguaglianze fra uomini e donne, popoli, razze, classi sociali e generazioni. (…)» (Forum Sovranità alimentare, 2007).

allevamenti intensivi a terra… una “mediazione” dell’allevamento industriale

La sicurezza alimentare è un concetto tecnico a quattro dimensioni: la disponibilità di alimenti; l’accesso, individuale e attraverso il mercato, agli alimenti; l’utilizzo appropriato degli alimenti; la stabilità nel tempo della disponibilità, dell’accesso e dell’utilizzo di cibo. Le questioni legate alla provenienza del cibo e sul come esso sia prodotto non sono considerate in modo eloquente; si configura pertanto un “modello aperto”, in cui lo scambio con l’estero (per mezzo di importazioni e aiuti alimentari) è fonte aggiuntiva di disponibilità di prodotti (Hunt e Mooney, 2009). …Le politiche neoliberiste hanno operato determinando la progressiva “privatizzazione” della sicurezza alimentare – pensando solo ai PROFITTI e non agli obiettivi prefissati.

collaborare in simbiosi con la NATURA

Nel 1996, introducendo il concetto di Sovranità alimentare nel corso del World Food Summit, Via Campesina individua sette principi basilari:
1) il cibo come diritto umano fondamentale;
2) la riforma agraria;
3) la protezione delle risorse naturali;
4) la riorganizzazione del commercio alimentare;
5) la fine della globalizzazione della fame;
6) la pace sociale;
7) il controllo democratico.
Il Forum sulla sovranità alimentare del 2002 prosegue l’analisi di questi elementi, che vengono poi sintetizzati dall’International NGO/CSO Planning Committee for Food Sovereignty in quattro “aree prioritarie” o “pilastri” per promuovere l’azione politica:

il diritto al cibo – l’accesso alle risorse produttive – il modello di produzione agro-ecologico
il commercio e i mercati locali.

La Sovranità alimentare riconduce le questioni della “sicurezza alimentare” e del “diritto al cibo” ad un processo di ri-territorializzazione, che implica il riconoscimento sostanziale dei diritti locali, indigeni e comunitari, al controllo delle risorse (terra, semi, acqua, credito, mercati, saperi) per la produzione di cibo e alla definizione delle proprie scelte alimentari;
alle rivendicazioni di “autonomia contadina” e di autodeterminazione dei processi di sviluppo espresse dai movimenti del mondo, ma anche a fronte delle emergenze – alimentari, climatiche, ambientali, sociali ed economiche – oramai estese a livello globale, che risultano strettamente interconnesse, e non confinate, al mondo agricolo o rurale.

…e arriviamo al 2020 con l’esplosione della pandemia, ANNUNCIATA da tempo causati dai danni fatti dall’ Uomo a 360°, senza più rispetto per l’ambiente e non solo… anche delle leggi esistenti… ma questo è un’altro capitolo…