Progetto di Laboratorio “VERDE” con i ragazzi delle medie dell’A. Costa – IMOLA

ass. crescereinsieme
Associazione
di Promozione Sociale                                        

                                                           Propone un

  PROGETTO PILOTA di  “LABORATORIO del  VERDE”

Noi adulti e genitori siamo consapevoli che i nostri figli conoscono poco o nulla di quello che riguarda l’ambiente, il riciclo, le energie alternative, da dove proviene il cibo che mangiamo, perché biologico e non OGM, il rispetto o meno degli animali che alla fine noi mangiamo, potrei andare avanti ancora per molto…

Lo scopo di questo progetto si pone l’obiettivo di avvicinare gli studenti alla natura, al contatto con la “terra”,  ai suoi bio2014-09-26 10.09.34-ritmi,  scoprendone i suoi benefici e la loro importanza nel nostro eco-sistema e nel nostro  vivere  quotidiano; condivideremo la progettazione del laboratorio spiegando che in natura vi sono delle tempistiche ben precise legate alle stagionalità ed alle condizioni atmosferiche. 

Attraverso la conoscenza, la cura ed il rispetto delle piante, riscopriremo l’importanza della cura ed il rispetto di noi stessi e delle persone e cose a noi vicine. 

Allo stesso tempo, il progetto, sarà utile per  autofinanziarci; vendendo durante la festa della scuola di fine anno le piante, i vasi e le composizioni realizzate durante il laboratorio.

Appronteremo un giardino/orto/botanico con l’ausilio di vasche, sacchi di juta, ecc… (senza intaccare il suolo esistente, utilizzando prevalentemente materiali di recupero) in cui alleveremo piante officinali, piante grasse, fiori ornamentali, ortaggi e quanto decideremo insieme agli studenti.
      Il laboratorio inizialmente (in via sperimentale) si svolgerà da Marzo a Maggio 2015

tutti i Martedì dalle ore 14,15 alle 15,45 ci troviamo a scuola

poi documenteremo tutto il lavoro sul blog…
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Più che sicura, sovrana!

Ancora oggi le persone che non vedono garantito il diritto al cibo sono in continua crescita e il numero si avvicina al miliardo. La Fao ha dichiarato che di questo passo l’obiettivo di dimezzare il numero degli affamati, fissato dalla comunità internazionale per il 2015, si allontanerebbe al 2050. L’insieme di coloro che si vedono negato il diritto primario all’alimentazione è costituito dai ceti popolari di Africa, Asia e America Latina a causa del prezzo del cibo e soprattutto dai contadini poveri del Sud del mondo, vittime dell’aumento dei costi di fertilizzanti, sementi e materie prime agricole che non riescono a produrre direttamente.

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La comunità internazionale ha affrontato il tema della fame, senza ottenere risultati sufficienti, attraverso il paradigma della sicurezza alimentare. Definita dalla Fao a partire dagli anni ’70, è un concetto flessibile che ha subito diverse modifiche e interpretazioni. Oggi la definizione più completa e riconosciuta è quella negoziata nel 1996 in occasione del Summit mondiale del cibo. La sicurezza alimentare può essere descritta come fenomeno legato agli individui e non alla comunità ed esiste quando le persone, in ogni situazione, hanno accesso fisico, sociale ed economico a cibo sicuro, sufficiente e nutriente, che garantisca le necessità della dieta e le preferenze alimentari, per garantire una vita attiva e in salute.

Quattro i pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità, accesso, consumo e utilizzazione (requisiti nutrizionali del cibo e condizioni di salute dell’individuo) e stabilità dell’offerta. Altra caratteristica è chesia compatibile con ogni regime di produzione o condizione socioeconomica. In diversi contesti la sicurezza alimentare è stata rappresentata come un risultato positivo di un regime di libero commercio dei prodotti agricoli, gestito dalle imprese multinazionali e istituzionalizzato nella Organizzazione mondiale del commercio. È proprio da questa idea che parte la critica al concetto troppo limitato della sicurezza alimentare come modalità di garanzia di accesso al cibo per tutti e che ha fino ad oggi fallito nella sua missione.

L’alternativa concettuale all’idea di garantire cibo per tutti tramite la sicurezza alimentare è lasovranità alimentare – coniata dal movimento contadino La Via Campesina negli anni ’90 ?.

Sovranità alimentare significa la possibilità per gli stati, le regioni, le comunità locali di decidere autonomamente cosa produrre, di scegliere metodi di coltivazione sostenibili e rispettosi dell’ambiente e delle tradizioni locali, di decidere su quali mercati e a quali destinatari indirizzare gli alimenti, di offrire cibi sani e a prezzi accessibili anche alle fasce meno fortunate della popolazione, di promuovere la riduzione della fame e della povertà.

La sovranità alimentare va al di là del concetto di sicurezza alimentare che non si preoccupa, ad esempio, della provenienza del cibo o di come sia stato prodotto. Al contrario, la sovranità alimentare rimanda a una cornice politica e include un insieme di principi che proteggono lo spazio politico dei popoli e dei paesi, così che possano definire le proprie politiche agricole e alimentari e i propri modelli di produzione e di consumo.

Anche della sovranità alimentare esistono diverse definizioni ma tutte riconoscono alcune aree prioritarie: diritto al cibo, accesso alle risorse produttive (accesso alla terra, all’acqua, alle risorse genetiche e alle altre risorse naturali; riforma agraria; no alla proprietà intellettuale sulle risorse genetiche; no agli ogm), produzione agro-ecologica (promuovendola tramite le politiche di ricerca e sviluppo), commercio e mercati locali, creazione di competenze.

Fonte